Aggiornamento del 17 marzo

 

L'inflazione americana di febbraio è rallentata più del previsto 

ma rimane ben al di sopra del target indicato al 2%. Anno su anno, è cresciuta del +2,8% rispetto al precedente +3% e meglio delle attese (+2,9%). Il dato core ha toccato il livello più basso dall’aprile 2021, scendendo al +3,1% dal +3,3% di gennaio, con attese +3,2%. La FED finora ha adottato un approccio di attesa e osservazione e, data l’incertezza sull’impatto di dazi e immigrazione sull’economia, sembra voler aspettare evidenze più chiare dell’effettivo rallentamento della dinamica inflattiva. Le aspettative degli investitori prezzano attualmente 75 punti base fino a fine anno, rispetto ai 50 di dicembre.

Restano le tensioni sulla guerra commerciale che sembra essersi inasprita rispetto a qualche settimana fa quando le economie colpite erano più aperte al dialogo, mentre attualmente la tendenza sembra essere quella di controbattere. 

I timori principali del mercato sembrano essere dunque quelli di un’ulteriore escalation delle tensioni relative ai dazi, alle quali si aggiungono anche quelle geopolitiche, oltre al fatto che le banche centrali potrebbero mantenere un approccio di attesa finché non verrà fatta chiarezza sulle azioni dell’amministrazione Trump e sulla traiettoria dell’inflazione. 

Nel corso delle ultime cinque sedute, i rendimenti delle principali curve governative, non hanno mostrato i livelli di volatilità visti nella settimana precedente, pur mantenendo un tono negativo. I Treasury, i Bund e i Btp decennali hanno registrato perdite comprese tra lo 0,1% e lo 0,3%. Resta da sottolineare l’ottima tenuta degli spread dei Paesi periferici e semi-core

 

Questa settimana anche l’Europa

è stata impattata negativamente dal flusso di notizie sui dazi, al contrario di quanto avvenuto in precedenza. Il bilancio della settimana vede S&P500, Nasdaq in perdita di circa il 2,5%, mentre l'indice Stoxx 600 e l'indice EuroStoxx 50 hanno perso solo lo 0,8% e 1,2%.

Questa settimana gli occhi degli investitori saranno rivolti alla riunione del FOMC, non tanto per l’azione, ma per quelle che saranno le parole del presidente Powell.

 

A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR