Aggiornamento del 31 marzo

 

Gli scricchiolii di un possibile rallentamento dell’economia americana

si sono manifestati nel corso dell’ultima settimana. L’indice di fiducia dei consumatori è risultato in netto calo scendendo a 92,9 (minimo da gennaio 2021) rispetto al precedente 100,1 sulla scia delle preoccupazioni inflazionistiche. La discesa è stata guidata soprattutto dalle aspettative, che si sono ridotte a 65,2, livello minimo da 12 anni. 

L’attesa del 2 aprile, ribattezzato da Trump come “giorno della liberazione”, ha contribuito ad alimentare il clima di incertezza: l'amministrazione americana ha prospettato un inasprimento dei dazi basato su un ambiguo criterio di “reciprocità”. Lo scenario meno avverso prevede che, oltre ai provvedimenti già annunciati sul settore automobilistico, si possa assistere a un ammorbidimento rispetto alle minacce delle scorse settimane.

I rendimenti dei principali titoli governativi, in linea con il quadro macroeconomico incerto, sono scesi nel corso delle ultime cinque sedute sia in America che in Europa: Treasury 4,20%, sui minimi delle ultime tre settimane, Bund 2,72% e Btp 3,84%

Il clima di incertezza continua a penalizzare i mercati azionari che hanno visto un ritorno della volatilità nel corso dell’ultima settimana. 

 

Anche per i listini europei a prevalere è stato il tema dei dazi

Nonostante ciò, il bilancio del primo trimestre resta comunque positivo, in quanto le borse del Vecchio Continente hanno potuto beneficiare di un ritorno della fiducia, giustificato dalla prospettiva di un’accelerazione degli investimenti in infrastrutture e difesa

I tre principali indici americani invece, complici più fattori tra cui l’avvento di DeepSeek, hanno chiuso un trimestre deludente.

 

A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR